Bee a Bombo: scoperto il superpotere dell’ape cicciotta

I superpoteri del bombo

Oltre a sbattere le ali come un dannato, il bombo ha una vista da supereroe. Immaginate di poter guardare un oggetto e, tramite i colori, vedere il campo elettrico di quella cosa. Se riuscite a farlo o siete un supereroe oppure un bombo. Dopotutto la differenza tra i due è veramente poca.

I sensi di api e altri imenotteri gli permettono di vedere la luce ultravioletta e polarizzata, percepire le molecole, distinguere forme e segnali e ascoltare l’eco dei suoni. Da poco si è scoperto che il bombo ha una capacità in più: è in grado di “vedere” il campo elettrico emesso dai fiori.

A rivelarlo sono dei ricercatori inglesi che, dopo una lunga serie di studi, hanno accertato che i bombi sono elettricamente positivi e i fiori elettricamente negativi. Quando i bombi atterrano, i fiori vedono modificato il loro potenziale, addirittura qualche millisecondo prima che gli insetti prendano contatto con la corolla. A questo punto, i ricercatori hanno ragionato: questo cambiamento potrebbe anche essere usato dai due partner per “comunicare” il loro stato.

Hanno quindi portato in laboratorio gli insetti che, in presenza di fiori artificiali, hanno saputo distinguere quelli carichi elettricamente e dirigersi verso di essi per “succhiare” il nettare. Gli ultimi esperimenti hanno confermato l’ipotesi che la carica elettrica fosse utile agli impollinatori per capire lo “stato” dei fiori, se fossero cioè carichi di nettare e polline o meno.

Gli scienziati fanno anche l’ipotesi che i fiori stessi possano usare il cambiamento di carica elettrica per comunicare agli insetti che volano attorno se valga o meno la pena di posarcisi sopra. Insomma un vero e proprio linguaggio top secret.

Come fa a volare così sproporzionato?

Secondo una leggenda metropolitana del XX secolo, le leggi dell’aerodinamica non permetterebbero al bombo di volare per il fatto che non avrebbe una sufficiente superficie alare ed una sufficiente frequenza di battito d’ali per sostenere il proprio peso.

L’origine di tale credenza non è facile da rintracciare con certezza. John McMasters riportò un aneddoto riguardante un anonimo studioso svizzero di aerodinamica, il quale durante una festa eseguì alcuni calcoli approssimativi e concluse, presumibilmente scherzando, che tali equazioni dimostravano l‘impossibilità di volare da parte del bombo.

Successivamente, McMasters ha preso le distanze da tale origine, suggerendo che potrebbe esservi più di una fonte e che la più antica che egli fosse riuscito a trovare sarebbe un riferimento in un testo francese del 1934, Le vol des insectes (Il volo degli insetti) scritto dall’entomologo Antoine Magnan.

In esso, l’autore  applica le equazioni relative alla resistenza dell’aria agli insetti e ne ottiene che il loro volo sarebbe impossibile, ma aggiunge che “non ci si dovrebbe sorprendere del fatto che i risultati dei calcoli non coincidano con la realtà“.

I calcoli che proverebbero l’impossibilità di volare da parte del bombo sono basati su un trattamento lineare semplificato dei profili alari oscillanti. Un’analisi più complessa mostra invece come il bombo possa volare in quanto le sue ali incontrano uno stallo aerodinamico ad ogni ciclo di oscillazione.

In realtà, nel corso di esperimenti di aerodinamica con altri insetti si notò che la viscosità dell’aria attorno alle ali degli insetti, che sono di piccole dimensioni, faceva sì che persino le loro piccole ali potessero muovere un elevato volume di aria, e ciò riduce la quantità di energia necessaria a mantenersi il volo.