Il miele pazzo delle api giganti

Il miele pazzo

A seconda delle stagioni e delle altitudini le api dell’Himalaya producono un miele rossastro e vischioso, detto “pazzo”. Questo è contenuto in enormi alveari, fra i più grandi al mondo visto che sfiorano i due metri di larghezza. Il miele che se ne ricava ha proprietà allucinogene: bastano due cucchiaini da caffè per percepire effetti psicotropi legati a tossine contenute nei fiori da cui le api traggono il nettare.
Le leggende locali dicono che il suo sovra-dosaggio possa essere addirittura letale. Per i nepalesi però, in piccole dosi, il miele pazzo è considerato curativo e viene utilizzato come antisettico o sciroppo per la tosse. Ad essere incredibile sono appunto le proprietà allucinogene di questo miele, dovute alla tossina presente nelle piante della famiglia Ericaceae, come le azalee e i rododendri.
Un miele che viene ricavato da alveari enormi, di circa 60/70 kg l’uno, e creato dal lavoro delle api himalayane (le più grandi al mondo), che raccolgono il nettare di questi fiori. Così la tossina finisce nel loro miele, che diventa letale per molti animali, ma non per l’uomo (se non in dosi concentrate ed elevate).

L’effetto del “mad honey”

L’effetto del “mad honey” è stato descritto egregiamente dal fotografo e reporter David Caprara, che nel 2016 ha realizzato per VICE il docufilm “The honey hunters of Nepal”. Ecco le sue parole: «Ne ho presi due cucchiaini, la quantità consigliata. Dopo circa 15 minuti ho iniziato a sentire che il mio corpo si stava raffreddando, partendo dalla nuca fino in basso. Dallo stomaco sentivo una sensazione calda e gelida durata diverse ore».

Gli effetti non sono uguali per tutti e per ogni stagione e circostanza. In minime quantità può essere inebriante, con tutto il suo contorno di riti tradizionali si dice che favorisca sogni e visioni. Dosato in modo opportuno è un rimedio della medicina tradizionale, usato a sproposito può indurre un forte rigetto, alternato a momenti di cecità temporanea e uno stato di paralisi cosciente.

L’ultimo cacciatore di miele

Raccogliere miele è una tradizione, per alcuni sacra. A raccontarla in modo sublime è il documentario L’ultimo cacciatore di miele. La vera storia di Mauli Dhan Rai, 58enne nepalese che da quando ha 16 anni rischia la vita per raccogliere un miele speciale, sacro per l’etnia Kulung.

La sua storia è stata seguita e raccontata da una spedizione del National Geographic che, con produzione The North Face, ha realizzato un documentario dalle immagine suggestive. Renan Ozturk e Mark Synnott hanno percorso insieme a Mauli il lungo cammino sulle vette dei monti himalayani per narrare le sue imprese. La sua professione di “cacciatore di miele” potrebbe infatti presto scomparire.